La ripartizione delle spese condominiali tra proprietario e affittuario è spesso motivo di screzi; per ovviare a ogni problema è necessario mettere tutto nero su bianco. Ma come?
Le modalità sono due: o si opta per un pagamento à forfait, oppure per una ripartizione più accurata, bilancio alla mano.
Nel primo caso risulta tutto più semplice: ogni mese l’affittuario, verserà la quota stabilita al proprietario che, poi, pagherà il dovuto al condominio. Nel caso in cui, invece, si effettuassero i calcoli periodicamente e basandosi sul bilancio, allora potrebbero sorgere dei dubbi.
Per chiarirli va ricordato, prima di tutto, che l’inquilino è tenuto a pagare le spese ordinarie, mentre il proprietario dovrà accollarsi quelle straordinarie. E qui, per chiarezza, occorre specificare che le spese ordinarie sono quelle relative ai consumi (quindi a titolo esemplificativo acqua, luce, riscaldamento centralizzato) e alla manutenzione ordinaria (giardiniere, pulizie, ascensore etc.). Quelle di natura straordinaria possono riguardare sostituzioni, rifacimenti (nel caso di centrali termiche e via dicendo) o anche cause legali etc.
Capitolo a parte per le spese di portineria, che sono a carico dell’inquilino nella misura del 90% e del proprietario in quella del 10%. Sempre il proprietario dovrà pagare l’onorario dell’amministratore, le spese bancarie, quelle postali e quelle fiscali (es. mod. 770).
Come abbiamo già anticipato qualche riga sopra, l’affittuario è tenuto a versare il dovuto al proprietario e non al condominio. Ciò significa anche che, in caso di mancato pagamento, sarà il proprietario a ricevere un decreto ingiuntivo e dovrà rivalersi sull’inquilino. Certo è che, se l’inquilino non paga, può essere sfrattato. Le condizioni affinché questo avvenga sono due: due mensilità di canone non corrisposti e un ritardo nel pagamento di almeno 60 giorni dalla richiesta dello stesso da parte del proprietario.
Insomma, è importante mettere bene in chiaro la ripartizione delle spese condominiali per evitare problemi in futuro.
Foto di Alexander Stein da Pixabay
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