Sayonara Film alla 35 Settimana Internazionale della Critica di Venezia con Gas Station e Les Aigles de Carthage
CINEMA
04/09/2020 Release by Andrea Arcuri
In Sintesi
Sayonara Film alla 35° Settimana Internazionale della Critica di Venezia con "Gas Station" e "Les Aigles de Carthage"
La notizia
Sayonara Film alla 35° Settimana Internazionale della Critica di Venezia con "Gas Station" e "Les Aigles de Carthage"
"Les Aigles de Carthage (The Eagles of Carthage)" di Adriano Valerio - Recensione Presentato a Venezia, nell'ambito della 35° Settimana Internazionale della Critica racconta del giorno 14/2/2004 quando allo Stadio Olympico di Radés va in scena la sfida tra Tunisia e Marocco. Adriano Valerio si era già fatto notare con "Agosto" e "Mon Amour Mom Ami" e in questa sua ultima opera prende come spunto il forte legame che il calcio crea avvicinando persone e diverse generazioni. Lo sport in generale è un forte aggregante per le persone e in alcuni paesi rimane il gioco del Calcio come massima espressione di tali sentimenti. Il regista Valerio lo sa bene e confeziona questa piccola storia in circa venti minuti costellato di filmati dell'epoca della famosa partita allo stadio e di racconti dei tifosi in perfetto stile documentario con tante sensazioni che vengono fuori.
L'intenzione finale è semplice : in Italia o in un altro paese una partita può avere molteplici significati ed essere simbolo e mezzo per una crescita personale o per seguire i propri sogni e volerci credere fino alla fine. Inoltre capita che se si vive un'esperienza di questo genere cosi importante e significativa può succedere che essa stessa diventi indelebile nei nostri cuori e anche a distanza di tempo la ricordiamo come se la stessimo vivendo la prima volta. Tutti questi intenti e soprattutto le sensazioni vissute quasi come fossimo allo stadio con tifosi e giocatori vengono resi molto bene dal regista.
"Gas Station" di Olga Torrico - Recensione
Questo documentario è stato presentato alla 35° Settimana Internazionale della Critica a Venezia e racconta la storia di una ragazza che lavora in una pompa di benzina. Improvvisamente si trova ad affrontare il suo passato nella musica attraverso un incontro inaspettato.
Il tema del riscatto, del non vissuto e della memoria sono messe in scena nell'opera prima di Olga Torrico qui anche in veste di protagonista. Lungo i suoi dieci minuti di durata del documentario vengono usati linguaggi diversi in modo armonico quali girati in 35 mm , filmati di archivio privato, spezzoni presi da VHS. I pensieri di Olga si intrecciano benissimo con le immagini senza che diventino troppo ingombranti, ridondanti o descrittive ma permettendo al pubblico di farsi veicolare tanto da tali divagazioni quanto dalle immagini che le accompagnano.
Veloce e preciso nel suo progredire il documentario soffre solo di una eccessiva compattezza dei suoi intenti, non si fa in tempo a conoscere Olga e il suo mondo che già i titoli di coda scorrono e siamo lasciati in balia dei nostri pensieri e di quello che rappresenta la stessa protagonista per tutti noi. Questo suo lasciarci troppo presto è anche la sua forza, nulla ci vieta di riprendere Olga nei nostri pensieri e provare a cambiare il suo e il nostro futuro.
Andrea Arcuri
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