</br>
<div style=’text-align:justify’>
<span style="font-size: 12pt; color: #00A0FF;" data-mce-style="font-size: 14pt; color: #00A0FF;">
COME VORRESTI ESSERE VISTO DALLE AZIENDE?
UN CANDIDATO DIVERSO DAGLI ALTRI O UNO FRA I TANTI?
</div>
<div style=’text-align:justify’>
<span style="font-size: 12pt;" data-mce-style="font-size: 14pt; color: #808080;">
La seconda alternativa è senza dubbio quella più semplice e spesso si cade nell’errore di voler dimostrare di essere in grado di fare ogni cosa.
Ottime capacità organizzative e relazionali, spirito d’iniziativa, team building, leadership, problem solving, time management, orientamento al risultato o flessibilità? No problem!
Sembra che tutti siamo bravi in tutto dimenticandoci di puntare su quello che è il nostro vero cavallo di battaglia ossia le caratteristiche che ci differenziano dagli altri.
E se non sappiamo quale è?
Se vogliamo diventare appetibili per il recruiter e/o il potenziale datore di lavoro dobbiamo conoscerci. Essere consapevoli sia dei nostri punti di forza sia di quelli di debolezza. Riuscire ad apprezzare le nostre esperienze svolte quanto la formazione ottenuta non trascurando i nostri interessi e le passioni.
In parole povere fare un mind map.
Una volta aver mappato il proprio bagaglio di competenze e fatto un traguardo rispetto al proprio percorso professionale si passa al livello successivo.
1. Quale esperienza ritengo esser stata la più significativa?
Tra tutte le esperienze fatte finora, qual è quella che ha segnato una crescita maggiore dal punto di vista professionale?
Per chiarire, si parla di un momento gratificante del percorso lavorativo, durante il quale si sono acquisite nozioni e preziose competenze.
Chi legge il CV deve notare subito il valore aggiunto e il candidato deve averle bene in mente durante la fase di colloquio.
2. In cosa riesco meglio?
Preferisco scrivere o parlare?
Mi piace lavorare insieme agli altri o tendo a svolgere il mio lavoro da solo?
Riesco a organizzare bene il mio tempo?
Come reagisco ai cambiamenti?
Mi adatto o sono più propenso alla chiusura?
Mi sento più leader o esecutore?
Sono in grado di gestire bene il mio lavoro (e magari anche lavoro degli altri)?
Se abbiamo piena consapevolezza di noi stessi, sapremo rispondere a tutte queste domande senza alcuna difficoltà. In caso contrario, dovremmo iniziare ad ascoltarci maggiormente chiedendo un feedback anche dagli altri. Non limitiamoci però a ricevere solo quelli positivi, dobbiamo essere aperti a comprendere quali sono i nostri punti deboli e cosa abbiamo bisogno di migliorare.
3. L’ingrediente segreto
Un'esperienza di volontariato, un periodo di formazione all'estero, un interesse particolare o magari un riconoscimento conquistato possono essere gli ingredienti segreti per rendere il nostro profilo più interessante.
Ciascuno di noi ha un asso nella manica con il quale può nel momento giusto stupire gli altri.
Non è necessario preparare un elenco infinito delle cose, ma sapere tirarne fuori almeno una. In maniera corretta e senza esagerazioni, non dobbiamo sembrare onniscienti.
Nel prossimo articolo scopriremo insieme come essere impeccabili a un colloquio di lavoro.
</div>
<hr style="width:600px; height:20px; border-color:#00A0FF";>
<div style=’text-align:justify’>
<span style="font-size: 12pt;" data-mce-style="font-size: 14pt; color: #808080;">
Continuate a seguirci su Facebook per non perdere neanche un aggiornamento
Se volete leggere altri articoli come questo, visitate il blog
Per una panoramica sui corsi invece, clicca qui
</div>
Università e lavoro nell’era digitale; come creare opportunità professionali per il futuro