L’economia estesa a tutto il mondo ha modificato radicalmente il sistema commerciale delle imprese. Alcune aziende esercitano una forte concorrenza praticando prezzi stracciati. Siamo sicuri che non si tratti di concorrenza sleale?Nel mondo industriale talvolta emergono episodi che propongono drammaticamente una realtà sconcertante di sfruttamento della manodopera e di scarsa o addirittura mancante prevenzione degli infortuni.E i consumatori? e le loro associazioni? e l’ONU? e le organizzazioni non governative? Nell’economia mondiale ognuno sta chiarendo il proprio ruolo e si prepara a dare il suo contributo per l’assetto del mondo futuro.In particolare stanno emergendo tre poteri: il potere dei consumatori nelle scelte decisionali, il potere delle organizzazioni non governative nel controllo degli abusi, il potere dei grandi mezzi di comunicazione nel diffondere rapidamente le informazioni e nell’orientare il pubblico nelle sue decisioni.Nel frattempo sono state emesse alcune norme in merito; tra queste la norma UNI ISO 26000, che fornisce le linee guida per applicare i principi della responsabilità sociale, e la norma SA 8000 (Social Accountability – Responsabilità Sociale), che delinea tutti i requisiti che deve soddisfare un’organizzazione che intende dimostrare la propria correttezza nel campo della responsabilità sociale, cioè nei rapporti col proprio personale. Tutto questo è attuato tramite un sistema di gestione che consente ad ogni organizzazione di controllare non solo il proprio operato, ma anche quello della catena di fornitura sotto la propria influenza.L’applicazione delle norme sulla responsabilità sociale consente alle organizzazioni di distinguersi come aziende che operano nel rispetto del personale e nella prevenzione degli infortuni; questi sono aspetti importanti non solo nella realtà lavorativa, ma anche al fine di evitare rischi che possono appannare l’immagine aziendale e incidere negativamente sui risultati economici.
Gli interessi sugli interessi: quali novità legislative nel 2016? Ce le racconta Guido Giovanardi