I piani altitudinali più bassi, fortemente condizionati dalla massiccia presenza antropica e da un clima piuttosto mite, sono caratterizzati da estese coltivazioni arboree a vigneto e noccioleto, a cui spesso si alternano castagneti, pometi e quercete caducifoglie seminaturali.A quote più elevate prospera il Faggio (Fagus sylvatica), che proprio qui raggiunge il limite meridionale del suo areale, assieme all’endemica Betulla dell’Etna (Betula aetnensis) e all’imponente Pino laricio (Pinus nigra ssp. calabrica), chiamato localmente “zappinu” e spesso associato alla presenza del Ginepro emisferico (Juniperus hemisphaerica).A quote ancora maggiori si sviluppa una vegetazione altomontana caratterizzata da una specie a portamento pulviniforme: lo Spino Santo (Astragalus siculus), che offre riparo ad altre specie importanti quali la Viola dell’Etna (Viola aetnensis) e la Saponaria siciliana (Saponaria sicula). Oltre i 2.500 metri, l’astragaleto viene sostituito da una vegetazione pioniera a Camomilla dell’Etna (Anthemis aetnensis) e Senecione glauco (Senecio aethnensis).Oltre i 3.000 metri di quota, il clima ostile e le caratteristiche del substrato non consentono l’insediamento di alcuna specie vegetale.
I numeri e i record dell'Etna, una bellezza naturale senza paragoni, non solo sul panorama nazionale...
Pensi che sull'Etna si trovino 10, 50 o forse 100 grotte? Sbagliato! Sono oltre 200, la maggior parte a sviluppo verticale o sub verticale